Ora bisogna guardare al futuro con ottimismo. E ripartire da qui, dalle eccellenze del nostro territorio. Loggia dei Lanzi riparte da qui e lancia a tutti questo hashtag #ripartiamodaqui , dall’Italia, da chi si impegna e combatte tutti i giorni per tutti noi, per il nostro futuro!


Abbiamo tante eccellenze, da proteggere, valorizzare, promuovere. Dobbiamo imparare a rinascere dall’uva, dalla terra, dal paesaggio, dai nostri profumi, sentori. E fare se possibile, meglio e più veloce di prima. Prima che tutto si bloccasse come in un video messo in pausa, o anzi, come un video che non ha più connessione per continuare ad andare avanti. Deve andare bene! Perché è già andata male. Fortunatamente ci sono dei segnali positivi, seppur timidi. Ci sono stati ogni giorno numeri da guerra. Dobbiamo reagire. Rispondere alla pandemia con la bellezza. La qualità, l’eccellenza. Con la nostra determinazione (#iorestoacasa) Siamo italiani. 
Non ce lo dimentichiamo MAI!

Adele Messina

Oggi dedichiamo la nostra rubrica al Chianti Classico. Non dimentichiamo che siamo la terra del Chianti Classico, del Gallo Nero. Da più di 300 anni. Il marchio che da sempre distingue le bottiglie di Chianti Classico è il Gallo Nero, storico simbolo dell’antica Lega Militare del Chianti, riprodotto fra l’altro dal pittore Giorgio Vasari sul soffitto del Salone dei Cinquecento, a Palazzo Vecchio. La storiografia di questo simbolo comprende anche una singolare leggenda ambientata nel periodo medievale. La leggenda narra che nel periodo medievale, quando le Repubbliche di Firenze e Siena si combattevano aspramente per prevalere l’una sull’altra, il territorio del Chianti, proprio perché intermedio alle due città, fosse oggetto di dispute continue. Si decise così di far partire dai rispettivi capoluoghi due cavalieri e di fissare il confine nel loro punto d’incontro. La partenza doveva avvenire all’alba e il segnale d’avvio sarebbe stato il canto di un gallo. La scelta del gallo era quindi un momento significativo.

I senesi ne scelsero uno bianco, mentre i fiorentini optarono per uno nero, che tennero chiuso e a digiuno per tanti giorni per renderlo più esasperato. Il gallo nero cominciò a cantare fortemente anche se l’alba era ancora lontana. Il suo canto consentì quindi al cavaliere di Firenze di partire Immediatamente e con grande vantaggio su quello senese, che dovette attendere le prime luci del giorno, quando il suo gallo, cantando regolarmente, gli permise di partire. Il cavaliere senese percorse solo dodici chilometri in solitudine, poiché a Fonterutoli incontrò l’altro cavaliere. Fu così che quasi tutto il Chianti passò sotto il controllo della Repubblica Fiorentina, molto tempo prima della caduta di Siena stessa.

Gallo Nero Ph Consorzio Chianti Classico

Come nasce il Chianti Classico? Viene prodotto con uve Sangiovese per almeno l’80% (ma anche utilizzate in purezza). Al blend del Chianti Classico possono contribuire altri vitigni, esclusivamente a bacca rossa, a partire da quelli autoctoni, come Canaiolo Nero e Colorino, ma anche dai principali vitigni internazionali, come Merlot e Cabernet Sauvignon.
 Le “capitali” del Chianti sono le città di Firenze e Siena e le sue terre si estendono proprio a cavallo tra le due province: si tratta di 70.000 ettari che comprendono per intero i comuni di Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, Radda in Chianti e in parte quelli di Barberino Tavarnelle, Castelnuovo Berardenga, Poggibonsi e San Casciano in Val di Pesa.
 In questo momento più che mai bisogna bere italiano, e promuovere le nostre eccellenze. Il Consorzio ha lanciato le campagne per promuovere il proprio vino e divulgare buone pratiche di consumo #iorestoacasa #iobevoitaliano #iobevogallonero. e con testimonianze e inviti a scegliere vino italiano e soprattutto Chianti Classico Gallo Nero, di Chianti Classico Ambassadors. 
Oggi il Consorzio rappresenta circa il 96% dei produttori della DOCG e si conferma uno dei principali referenti delle istituzioni nazionali e comunitarie per il settore vitivinicolo.Sono passati ben 300 anni da quando il Granduca di Toscana Cosimo III fissò i confini della zona di produzione del vino Chianti. Era il 1716, tanta strada è stata percorsa. Ma il nostro Gallo Nero, da quella mattina in cui cantò così presto ha ancora tanta strada da percorrere all’insegna della qualità e dell’eccellenza enogastronomica italiana. 

 

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