Oggi ho partecipato alla commemorazione della battaglia di Campaldino, per celebrare la data dell’11 giugno 1289, quando i Ghibellini sconfissero i Guelfi e la città di Firenze si impose su quella di Arezzo.

Battaglia di Campadino

Anniversario della Battaglia di Campaldino. Adele Messina con i rappresentanti dell’associazione “Signa Arretii”

Non tutti sanno che a Firenze esiste un monumento eretto in via di Ripoli (all’ angolo con via Benedetto Accolti) detto “Cantone di Arezzo” di proprietà del comune aretino. La tradizione vuole che in questo triangolo di terreno che ospita il monumento siano stati sepolti i prigionieri aretini morti lungo la strada verso Firenze dopo la Battaglia di Campaldino. La Colonna che vi si trova, a ricordo dell’evento, fu invece donata dal Comune di Arezzo nell’anno dantesco 1921. E proprio lì, oggi c’è stata la commemorazione con la deposizione di una corona di alloro del Comune di Firenze e dei rappresentanti dell’associazione aretina “Signa Arretii”.  Campaldino è una pianura dell’alto Casentino, tra i castelli di Poppi e Romena. La vittoria dei fiorentini, oltre che una grande sconfitta del movimento ghibellino, segnò una tappa fondamentale per Firenze nel proseguimento del predominio sulla Toscana.

La cruenta battaglia di Campaldino, nota anche per la partecipazione di Dante, che combatté come guelfo bianco, è citata nella Divina Commedia e raccontata dalle parole di Ciacco nell’Inferno. Questa celeberrima battaglia, fu combattuta nel giorno di San Barnaba, e a Firenze si trova anche una Chiesa, chiamata proprio come il santo, in via Panicale, che fu eretta nel 1322 per ricordare la vittoriosa battaglia di Campaldino contro gli aretini. Dalla chiesa proviene la Pala di San Barnaba di Sandro Botticelli del 1487, esposta agli Uffizi.

 

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