Foto di un piatto del museo Richard Ginori di Doccia

Foto di un piatto, opera dei Pittori dei Fiori, del museo Richard Ginori di Doccia

Il 30 maggio scorso, nel mio “Pomeriggio Bianco” ovvero a poche ore dalla Notte Bianca di Firenze, come dal mio precedente post (vedi link ) ho visitato presso gli spazi dell’ente Cassa di Risparmio di Firenze in via Bufalini la mostra Porcellane e cappelli fioriti da Firenze e nel mondo di Richard Ginori. Lì sono stata invitata ad un incontro davvero molto interessante, “I Pittori di Fiori”, che si è tenuto sabato scorso al Museo Richard Ginori della Manifattura di Doccia e che ha ripercorso la storia della trecentesca azienda tanto cara ai Toscani proprio come simbolo del Made in Italy e della Toscanità.

Durante l’incontro, i tre relatori Laura Casprini Gentile, Pierluigi Ciantelli e Ubaldo Pasqualetti hanno raccontato la storia della Richard Ginori, e diverse curiosità e aneddoti, con la moderazione della curatrice, dott. ssa Oliva Rucellai.

La Ginori delle porcellane nacque nel 1737 a Doccia (oggi nel comune di Sesto Fiorentino) nella comunità parrocchiale di Colonnata. E’ proprio da questa comunità che l’azienda si avvalse dei primi addetti. Infatti nella Chiesa duecentesca di San Romolo, ristrutturata nel 1620, sono presenti alcuni arredi della Manifattura Ginori, come l’altare che è rivestito in porcellana con colori vivaci, il tabernacolo con lo sportello in porcellana dipinta di Giovan Battista Fanciullacci, il Crocifisso settecentesco, gli Angeli in masso bastardo di Gaspero Bruschi ed il fonte battesimale realizzato da Luigi Tazzini, il promotore dei Fioristi.

E’ proprio la figura del Fiorista che mi ha molto incuriosito. I Fioristi, ovvero i Pittori dei Fiori, erano quasi tutti delle zone limitrofe a Sesto Fiorentino. Curioso che si autodefinissero Artisti Pittori e che nei documenti comunali venissero chiamati Artisti. In effetti erano promotori e fautori dell’artigianato e dell’arte nei confronti della massa. Quando lo stabilimento si trovava a Colonnata, i pittori operavano in alcuni stanzoni posizionati a favore della luce migliore per avere un ambiente il più creativo possibile. Si pensa che ci fossero due livelli di Fioristi, i maestri e gli allievi. Fu quello un momento bellissimo per la produzione artistica, ogni pezzo era un’ opera pittorica unica.

Un personaggio interessante era Tazzini, che veniva da Brera, ed era divenuto a 34 anni direttore artistico della Richard Ginori . Quando partecipò all’ Esposizione Internazionale di Parigi, rimase folgorato dell’Art Nouveau e dagli influssi della Secessione Viennese e quindi si attivò per introdurre questo nuovo stile in Pittoria Richard Ginori. Ogni decorazione corrispondeva ad un codice, e sembra che le decorazioni fossero ben 400 diverse. I soggetti erano quelli tipici dell’Art Nouveau: soprattutto paesaggi, fiori, frutta, foglie.

Molto interessante anche la figura di Donnini, assunto con la qualifica di pittore a soli 15 anni. Firmava sempre in modi diversi, quindi troviamo da Pilade

Foto di un piatto del museo Richard Ginori di Doccia ad opera dei "Pittori dei Fiori"

Foto di un piatto del museo Richard Ginori di Doccia ad opera dei “Pittori dei Fiori”

Donnini, P. Donnini. D. Pilade a D. Pila. Sembra fosse l’unico autorizzato a frequentare il giardino di Villa Ginori anche in orari di lavoro, per cercare l’ispirazione, poiché senza di quella- diceva il Donnini- non riusciva a disegnare. Proprio capricci da star!

Ciò che identificava gli artisti, la loro firma, veniva apposta in colore rosso, sul davanti, ma senza toccare, proprio come in un quadro, il focus del disegno. Questo dava più dignità agli oggetti. E anche sulle firme, ci sono diversi aneddoti curiosi. C’erano nomi che identificavano gruppi, come P. Doncirbari, (che identificava il trio costituito da P. Donnini, Cirri e Bari), chi abbreviava il proprio cognome e chi si concedeva il lusso di firmarsi L. Da Vinci! Poi c’era il pennello quadro, un pennello a punta quadrata, che sostituiva il pennello a corpo e punta ed era schiacciato e con le setole. Questo pennello, sembra abbia molti meriti, sia per pennellate più rapide, che per una pittura più fresca. Davvero un incontro interessante quello al Museo di Doccia sull’Art Nouveau, che ha raccontato il mondo Ginori, i personaggi, la passione che c’è dietro ogni pennellata nelle decorazioni di questa azienda storica che ci rappresenta nel mondo. E meno male, che dopo un periodo davvero difficile, oggi si tira un sospiro di sollievo con l’acquisizione da parte di Gucci della storica Azienda di Sesto Fiorentino. E’ notizia di pochi giorni fa che il gruppo Gucci, oltre ai 13 milioni destinati all’acquisto della Richard Ginori, investirà ulteriori 15 milioni di euro per riqualificare la struttura produttiva, curare le iniziative di ricerca e sviluppo,  riposizionare il marchio attraverso la valorizzazione del Made in Italy puntando molto probabilmente sulle radici storico artistiche toscane dell’Azienda.

 

 

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