È un grande ritorno. La mostra tanto attesa è arrivata. Pablo Picasso, con il suo basco, ha varcato la soglia di Palazzo Strozzi portando colori ovunque. Lasciando traccia dei suoi amori, delle sue donne, della sua vita, movimentata come le sue pennellate.

DORA_MAAR_PICASSO

Pablo Picasso (Malaga 1881-Mougins 1973) Ritratto di Dora Maar 27
marzo 1939, olio su tavola, cm 60 x 45. Collezione del Museo
Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid, DE01840

“Picasso e la modernità spagnola” è la mostra che è arrivata in città il 20 settembre, e fino al 25 gennaio 2015 allieterà con la sua musicalità e il suo ritmo.

Dora Maar, con il suo bellissimo sfondo azzurro e la sua camicetta rossa, si è staccata dalle pareti del Museo Reina Sofia di Madrid per venire a tempestare la città con il suo viso emblematico, e la sua dirompente forza espressiva. Una gioconda con il naso tridimensionale, le labbra carnose e i capelli corti. Ma è la “Gioconda” di Picasso. E lui non sente ragioni. Ha ritratto la Dora Maar che lo ha accompagnato, accudito, fotografato, subìto. Amato da morire. E che forse un po’ è morta davvero dentro, dietro a quell’uomo che giocava con lei come con i suoi colori sulla tavolozza.

Cosa ci riserva questa mostra? Come sempre, è un meraviglioso viaggio nella tridimensionalità del genio di Picasso, di quella sua forza struggente che pone mille visioni tutte insieme.

La mostra si apre con “Il pittore e la modella”, eseguita nel 1963 a Mougins, e fa parte della serie di numerosissime opere eseguite da Picasso dedicate al tema. Il periodo cronologico è quello che va dal 1910 al 1963, e vuole essere uno spunto di riflessione sull’arte spagnola del Novecento, quell’arte in cui Picasso è stato determinante. Circa 90 opere in nove sezioni, tra il genio di Malaga e i suoi “colleghi”. Il maestro Pablo in questa esposizione ci presenta, infatti, anche altri personaggi, proprio per riflettere sulla sua influenza sull’intera arte spagnola, nelle relazioni con artisti celebri come Juan Mirò, Salvador Dalì, Juan Gris, Julio Gonzáles, Antoni Tàpies.

E in questa mostra, che ci sembra (o vogliamo vederla così) soprattutto un omaggio alla Donna, Musa ma anche Artista, soffermiamoci su María Blanchard nata a Santander nel 1881e morta a Parigi nel 1932, e al suo “Donna con chitarra” creato nel 1917. L’artista dalla vita difficile, tormentata da una grave infermità fisica, come fu per la messicana Frida Kahlo, che definisce la sua opera in mostra uno dei paradigmi di un’esperienza cubista rinnovata. E poi soffermiamoci ad osservare un’opera di Joaquin Sunyer, notiamo l’aria sognante di María Dolores (1932) la giovane donna ritratta dall’artista immortalata a fantasticare con i suoi gomitoli di lana. Una terza donna da osservare è certamente  Maruja Mallo (Viveiro 1902-Madrid 1995) con “Figure” del 1937,  che si fece notare nella Madrid dell’epoca per la sua modernità  e emancipazione, partecipando ai movimenti dell’avanguardia.

Ma due Donne per eccellenza, quando si pensa a Picasso, sono Marie-Thérèse, che troviamo in “Donna seduta appoggiata sui gomiti” dell’ 8 gennaio 1939, e Dora Maar, in “Ritratto di Dora Maar”, creato solo due mesi dopo. Qui, la fotografa, è più decisa che in precedenza, solo due anni prima era raffigurata come “donna che piange”.

Nella denuncia sociale, nel contesto storico che Picasso ha voluto rappresentare, troviamo la rilevante sezione “Verso Guernica: il Mostro e la tragedia”,  testimonianza del percorso che ha portato il genio di Picasso a traslare la sua rabbia nel dipinto “Guernica” .

Soffermarsi sugli schizzi preparatori di Guernica, il Cavallo, la madre con il figlio morto, la donna che piange, regala l’emozione di  immaginarli all’interno del capolavoro “Guernica”, dove ognuno di quei soggetti prende sapientemente posto.

La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi, il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid, con la collaborazione della Soprintendenza PSAE e per il Polo Museale della città di Firenze, con il contributo di Comune di Firenze, Provincia di Firenze, Camera di Commercio di Firenze, Associazione Partners Palazzo Strozzi e Regione Toscana. Main sponsor Banca CR Firenze.

Il curatore è Eugenio Carmona, uno dei massimi esperti di Picasso, docente di Storia dell’Arte presso l’Università di Malaga e membro del Consiglio di Amministrazione del Museo Nazionale Reina Sofía di Madrid.

C’è anche una novità, un altro capolavoro viene ad aggiungersi a quelli già presenti, da domani. Si tratta de “La Testa di cavallo. Schizzo per Guernica”, opera che più di ogni altra racchiude l’essenza del dolore, ma non della sconfitta, quindi icona della reazione contrapposta alla rassegnazione.

TESTA DI CAVALLO PICASSO SCHIZZO PER GUERNICA

Pablo Picasso (Malaga 1881-Mougins 1973) Testa di cavallo. Schizzo
per “Guernica” 2 maggio 1937, olio su tela, cm 65 x 92. Collezione del
Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid, Legato Picasso,
1981, DE00119

Arriva come un regalo all’artista stesso (in realtà il regalo lo riceviamo noi)  per festeggiare il suo compleanno, che si tiene il 25 ottobre. Quando a Parigi riaprirà il museo a lui dedicato.

Il mito di Frenhofer , che si suicidò per non essere riuscito a creare un’opera incomprensibile a tutti, sembra un’ombra che aleggia nella vita di Picasso e anche nelle sale di Palazzo Strozzi.

Tutti i contasti, le variazioni, le interpretazioni, che hanno segnato la vita dell’artista, esplodono in questo percorso dell’arte spagnola. E la donna ispiratrice, ci accompagna di sala in sala.  Ecco perché “Il pittore e la modella ”si trova in apertura e lo ritroviamo anche in chiusura della mostra. La donna che rappresenta tutto, amore e odio, bene e male, verità e menzogna. Pennello e matita.

Adele Messina 

 

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