Il 28 maggio riapre Palazzo Pitti. Vigono tutte le norme nazionali e regionali contro la diffusione del coronavirus. È dunque vietato l’ingresso a persone con temperatura corporea oltre 37,5 gradi, che viene misurata con termoscanner agli ingressi; è obbligatorio indossare la mascherina durante tutta la permanenza; è necessario mantenere una distanza interpersonale di almeno 1,80 m; sono proibiti gli assembramenti; i gruppi non possono essere formati da più di 10 persone; le guide turistiche devono sempre utilizzare il sistema whisper (microfono e auricolari). Immutato il prezzo del biglietto. Cambiano però, in questa prima fase di riapertura, gli orari: per consentire le quotidiane operazioni di sanificazione, Palazzo Pitti resterà infatti aperto dalle 8,30 alle 13,30. Inoltre gli spazi del Tesoro dei Granduchi e del Museo delle Porcellane, dove per ragioni architettoniche e logistiche non è possibile garantire il rispetto delle regole sul distanziamento sociale, per il momento rimarranno chiusi.

“La grandezza dell’universo nell’arte di Giovanna Garzoni” apre le danze. In mostra negli spazi dell’Andito degli Angiolini dal 28 maggio al 28 giugno. Fiori, piante e conchiglie esotiche, strani insetti, animali dall’espressività quasi umana, le forme e la poesia della natura. Con questa prima monografica dedicata alla pittrice barocca di origini marchigiane le Gallerie degli Uffizi intendevano celebrare una grande figura femminile nella ricorrenza della Festa della Donna per il 2020. Dopo il lockdown, la mostra diventa adesso il simbolo del ritorno alla vita normale, dopo una chiusura di quasi tre mesi dovuta al Covid-19.

Circa 100 le opere che la compongono, tra dipinti, miniature su pergamena – il supporto prediletto dalla Garzoni- disegni, oltre ad un grande paliotto a tema floreale di oltre 4 metri di lunghezza, accompagnate e poste in dialogo con porcellane antiche, avori e bronzi rinascimentali. Fantasiosa, curiosissima, la Garzoni, originaria di Ascoli Piceno dove nacque intorno al 1600, incrementò notevolmente il proprio linguaggio stilistico grazie alla spiccata indole itinerante che la rese una delle pittrici più colte e cosmopolite della sua epoca.

Visse alle corti di Venezia, a Torino, fu a lungo a Firenze con i Medici, quindi a Napoli, in Francia, dove ebbe modo di realizzare il ritratto del Cardinale Richelieu -presente in mostra- e persino in Inghilterra, alla corte di Carlo I, come provano i documenti per la prima volta esposti

nell’ambito di questa rassegna. Fu amica di un’altra grande eroina del ‘600, Artemisia Gentileschi, con cui condivise viaggi ed esperienze e che costituì per lei, più giovane di alcuni anni, un modello a cui ispirarsi.

In mostra, il vasto corpus dei lavori dell’artista, di proprietà del Gabinetto Stampe e Disegni degli

Uffizi, è impreziosito da una serie di prestiti da collezioni private, da musei nazionali ed esteri ed esemplifica l’arco creativo di tutta la sua carriera. Da segnalare, in particolare, le preziose miniature floreali con vasi di foggia cinese e conchiglie provenienti da paesi tropicali e le tante nature morte “ma anche vive” con frutta, piante esotiche e piccoli animali di ogni genere. Ma l’unicità dell’estro creativo della Garzoni si esprimeva anche nel confronto tra oggetti e figura umana, come testimonia il Vecchio di Artimino circondato dai prodotti del suo lavoro di contadino -salumi, frutta, uova, formaggi- e dalle bestie della sua corte. Di sicuro impatto, poi la particolarità dell’Autoritratto della giovane Garzoni nei panni del dio Apollo, realizzato dalla pittrice appena ventenne, e la insolita miniatura del principe etiope Zaga Christ, ritratto quando Giovanna si trovava alla Corte dei Savoia. Infine, non poteva mancare un omaggio a Raffaello, proprio mentre a Roma alle Scuderie del Quirinale è in corso la grande mostra per il cinquecentenario della morte dell’Urbinate: nell’andito degli Angiolini è esposta infatti anche la copia in miniatura dipinta dalla Garzoni nel 1649 della Madonna della Seggiola, già al tempo pezzo di punta della collezione medicea e tuttora visibile nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti. L’esposizione è tra l’altro protagonista di una iniziativa di Advancing Woman Artists (Awa) che l’ha scelta per lanciare una sfida globale ad artisti e istituzioni a livello globale a realizzare nuove creazioni ispirato proprio dall’arte di Giovanna Garzoni (http://advancingwomenartists.org/). La mostra è curata da Sheila Barker con la collaborazione del Medici Archives Project; il catalogo è stato realizzato da Sillabe; l’edizione inglese è stata resa possibile grazie al contributo di Awa.

Bentornato, Palazzo Pitti!

 

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