Quando mi è stato chiesto di scegliere la mèta per il Capodanno, non ho avuto dubbi. Volevo l’Italia. Volevo un sito importante, un’eccellenza della cultura. Volevo una città che ha sfiorato il titolo di Capitale della cultura europea 2019.

Visita alla Tomba di Dante. Olio d'oliva dei colli  toscani nella lampada per tenere vivo il fuoco

Visita alla Tomba di Dante. Olio d’oliva dei colli toscani nella lampada per tenere vivo il fuoco

Tra l’altro, ho deciso di dedicare il Capodanno a una missione importante, ho pensato di andare a rendere omaggio a un personaggio simbolo mondiale della letteratura e della cultura italiana, un simbolo di Firenze, scomparso nella città di Ravenna. Beh, ora mi sembra fin troppo chiaro… Sto parlando del Sommo Poeta, Dante Alighieri. E ne ho approfittato per visitare tutta la città, che ho apprezzato particolarmente.

Ravenna è una signora importante. E lo sa. I suoi anni li porta benissimo. Forte delle sue radici, delle sue esperienze, è una signora distinta, elegante, ricca, colta, ben vestita e con un bagaglio di esperienze eccellenti. Una signora dei salotti buoni, che quando apre bocca incanta con le sue storie, e abbaglia con la sua bellezza. I suoi gioielli sono ammirati e desiderati. Ma non è una donna dai facili costumi, le sue meraviglie le tiene per sé ed è fiera e riservata.

Una storia importante, dicevamo. Si parla di una città che è stata tre volte Capitale, dell’Impero Romano d’Occidente (402 – 476), del Regno degli Ostrogoti (493 – 553) e dell’Esarcato bizantino (568 – 751). Di una città che gode di ben otto “Monumenti paleocristiani” divenuti Patrimonio Unesco dal 1996.

Il viaggio è iniziato con una bella sorpresa, alla stazione di Santa Maria Novella, perché anziché salire sul classico Freccia Rossa, sono entrata sul “Treno di Dante”. Un treno che viaggia con tranquillità, con la possibilità di gustarsi il paesaggio e godersi l’atmosfera di un viaggio… verso Dante. Un treno che parte da Santa Maria Novella e si ferma a: Firenze S. Marco Vecchio, Fiesole-Caldine, Vaglia, Campomigliaio, S. Piero a Sieve, Borgo S. Lorenzo, Ronta, Crespino del Lamone, Biforco, Marradi-Palazzuolo sul Senio, SS. Martino in Gattara, S. Cassiano, Fognano Brisighella, Faenza, Granarolo Faentino Russi, Godo, prima di arrivare a Ravenna. Un mezzo economico, ma ricercato nei suoi sfondi. Cadeva anche la neve, che ha reso tutto ancora più suggestivo. Tra l’altro, è una linea che potrebbe essere sospesa. Che fortuna averci viaggiato.

Sono stata 3 giorni a Ravenna e pur prendendomela comoda, sono riuscita a visitare diversi siti importanti, con visite di anche due ore.

Sono partita dalla Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, e poi il Museo Arcivescovile, il Battistero Neoniano, la Basilica di San Vitale e il Mausoleo di Galla Placidia. (Il biglietto cumulativo costa euro 9.50 e vale 7 giorni, un accesso a museo). Faceva davvero freddo. Anche i ravennati ci hanno detto che erano le giornate più fredde dell’anno, ma sono partita alla scoperta di Ravenna! Mi sono coperta a dovere, con il mio bellissimo piumino viola Blugirl Folies con tanto di rose sul collo (regalino per Natale) e ho potuto girare in lungo e in largo senza problemi.

Dunque, ecco cosa ho visitato:

La Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, fondata da Teodorico, è una meraviglia. Si cammina con la testa all’insù, completamente rapiti dai mosaici che la adornano. Gli interni musivi sono originari, 26 scene cristologiche che risalgono al periodo di Teodorico, e sono la più antica testimonianza del ciclo monumentale del Nuovo testamento di cui possiamo godere.

Interni musivi di Sant'Apollinare Nuovo

Interni musivi di Sant’Apollinare Nuovo

Il Battistero Neoniano, è uno dei più antichi monumenti di Ravenna struttura in muratura, di forma ottagonale, ha decorazioni dei tempi del vescovo Neone (metà V secolo): marmi e stucchi di influenza ellenistico-romana. Alzando gli occhi al cielo, si trova, al centro della cupola, un mosaico raffigurante il battesimo di Cristo, che appare immerso fino alla vita nelle acque trasparenti del fiume Giordano, circondato dai dodici apostoli. Il Battista, in piedi alla sua destra, sulla riva rocciosa del fiume, regge con la mano sinistra una croce gemmata mentre con la mano destra versa l’acqua sul capo del Redentore. C’è poi una colomba che scende con le ali spiegate, e simboleggia lo Spirito Santo. Quello che riuscì a colpire profondamente anche Gustav Jung, procurandogli delle visioni, è davvero davvero un’esperienza memorabile. Un’emozione fortissima.

Mosaico, raffigurante il Battesimo di Cristo al Battistero Neoniano

Mosaico, raffigurante il Battesimo di Cristo al Battistero Neoniano

Uno dei monumenti più importanti dell’arte paleocristiana, è la Basilica di San Vitale. L’ influenza orientale qui assume un ruolo dominante, si trova un nucleo centrale a pianta ottagonale sormontata da una grande cupola. Spazi altissimi, occhi in estasi grazie alle decorazioni dell’abside. Da fermarsi a guardare la coppia formata da Giustiniano e Teodora, imperatori di Bisenzio.

Nel percorso che dalla Basilica di San Vitale conduce al Mausoleo di Galla Placidia, colpisce la semplicità dell’esterno. Si entra in piccoli gruppi e ci si trova davanti a decorazioni sontuose, magnifiche, tra cui un tripudio di stelle dorate, che fanno proprio sognare! Fu Galla Placidia, la sorella dell’Imperatore Onorio, a fare costruire questo piccolo mausoleo a croce latina intorno alla metà del V secolo. Ma sembra che sia stata poi sepolta a Roma, a San Pietro in Vaticano.

In coda al Mausoleo di Galla Placidia - Ravenna

In coda al Mausoleo di Galla Placidia – Ravenna

Il Museo Arcivescovile, è nato come museo archeologico nella prima metà del settecento per raccontare la Ravenna del V e VI secolo. Fu poi riaperto nel 2010 dopo 8 anni di chiusura, con allestimenti nuovi e collezioni molto vaste; qui si trovano alcuni gioiellini, tra cui la Cappella arcivescovile di Sant’Andrea.

Ma naturalmente ero lì per vivere il Capodanno. Cena romantica a lume di candela, ci stava tutta. Come antipasto, rosa di manzo affumicato, su nido di insalatina fresca in salsa agli agrumi e lamelle di pecorino toscano con confettura di arancia speziata. Come primi: strigoli con pancetta affumicata, funghi porcini, rucola e scaglie di parmigiano, e risotto con petali di carciofi, polvere di basilico e cubetti di bufala.

Antipasto di Capodanno

Antipasto di Capodanno

 

Come secondo un tournedos di manzo in vellutata di prosecco e funghi porcini, con verdure e sfere di patate gratinate al parmigiano, e un bel semifreddo alla vaniglia con vellutata ai frutti di bosco. Poi subito in Piazza del Popolo, con i Joe di Brutto sul palco, un gruppo di musica anni 70/80, molto divertenti! Una bellissima piazza gremita di gente, quindi via alle danze (e ai salti, quanto ho saltato!!) con tanto di conto alla rovescia e stappo della bottiglia, per accogliere al meglio il nuovo 2015!

Ma torniamo ai musei. Un altro interessante biglietto cumulativo che ho fatto, prevede un accesso alla Domus dei tappeti di Pietra e uno al Tamo (euro 7). Quanto mi sono piaciuti!

Alla Domus  dei Tappeti di Pietra. In basso a sinistra, il mosaico del Buon Pastore e accanto La Danza dei Geni delle quattro stagioni.

Alla Domus dei Tappeti di Pietra. In basso a sinistra, il mosaico del Buon Pastore e accanto La Danza dei Geni delle quattro stagioni.

Ho visitato la Domus dei Tappeti di Pietra, con molta curiosità, perché è uno dei più importanti siti archeologici italiani scoperti negli ultimi decenni. Si trova a 3 metri sotto il livello della strada, è collocata all’interno della settecentesca Chiesa di Santa Eufemia, è un ambiente bene illuminato, ampio e.. accogliente. Dà l’idea di camminare in un’area che non vede l’ora di essere attraversato. Gli ambienti sono 14, pavimentati con mosaici policromi e marmi appartenenti ad un edificio privato bizantino del V-VI secolo, le decorazioni sono elementi geometrici, floreali e figurativi eccellenti come nel caso della Danza dei Geni delle Stagioni, rarissima rappresentazione che mostra i geni danzare in cerchio. Come interessantissima è anche la figura del Buon Pastore, in una versione differente dall’usuale rappresentazione cristiana. La Domus, tra l’altro, è stata insignita del premio Bell’Italia 2004.

Era aperto anche il primo dell’anno, il museo Tamo, “Tutta l’Avventura del Mosaico”. Quattro giganti lettere accolgono il visitatore: T A M O, che poi viene catapultato in un regno musivo, con mosaici anche molto grandi, predisposto per la realtà aumentata Qrcode.

Al Museo TAMO di Ravenna, "Qr Code" per fruire di contenuti multimediali

Al Museo TAMO di Ravenna, “Qr Code” per fruire di contenuti multimediali

Interessante, per me che ho 20 gb al mese a disposizione.  E non mi pare proprio che il museo avesse connessione wi-fi. Non è l’ideale per chi ha una ricaricabile e con i video rischia di consumare tutti i giga, avendo comunque bisogno dello smartphone durante i vari tragitti per la città. Allestito in una Chiesa trecentesca, vi si trovano anche allestimenti interattivi e soluzioni tecnologiche avanzate. Mi è piaciuta molto la sezione “Mosaici tra Inferno e Paradiso” dedicata ai mosaici a tema Dantesco di grandi autori del Novecento italiano. Davvero molto molto bella. Peccato che fosse parecchio freddo… da brividi dunque, in ogni senso. C’era poi la nuova sala espositiva permanente “Il Genio delle acque” con pavimenti musivi della domus imperiale romana rinvenuta in Piazza Anita Garibaldi. C’era anche la mostra Imperituro- Renovatio Imperii, Ravenna nell’Europa ottoniana, incentrata sulla trasmissione dell’idea imperiale. C’era esposto poi l’antico pavimento proveniente dal sacello della basilica, restaurato dal laboratorio di restauro di RavennAntica, unitamente alla planimetria e a un modellino ricostruttivo della basilica stessa.

Dell’Hotel non posso saper il prezzo purtroppo perché si tratta di un regalo, ma abbiamo soggiornato all’NH Hotel. Mi è piaciuto molto, anche la colazione. Poi l’ho abbastanza personalizzato, con un cuoricione porta ciabatte comprato in un negozietto del centro.

La Basilica di San Francesco mi ha colpita molto. I Ravennati sono molto orgogliosi (anche) di questa meraviglia, anche al bar una signora mi ha subito chiesto “Cosa hai visto? sei stata alla Basilica di San Francesco?”

All’interno c’è un’altra particolarità: la Cripta, che si attiva pagando l’obolo da 1 euro, ma ne vale la pena. Si illumina e permette di vedere l’acqua e… i pesciolini che navigano al suo interno. Davvero. Qui si svolse la cerimonia funebre di Dante, nel 1321.

Alla Basilica di San Francesco ad ammiare l'antico pavimento a mosaico  sommerso dall'acqua dove nuotano alcuni pesci rossi

Alla Basilica di San Francesco ad ammiare l’antico pavimento a mosaico sommerso dall’acqua dove nuotano alcuni pesci rossi

E finalmente, a trovare il Sommo Poeta. La Tomba di Dante, Monumento Nazionale, è attigua al convento di San Francesco, e fu costruita nel 1781 da Camillo Morigia. A forma di tempietto, ospita le spoglie del Sommo Poeta racchiuse in un sarcofago di epoca romana, arricchito dal 1483 da un bel bassorilievo di Pietro Lombardo con la figura del poeta visto di profilo. Sull’esterno del monumento, a destra, un cancello conduce nel recinto di Braccioforte, parte del Convento di San Francesco, dove si tennero i funerali di Dante e dove il poeta fu originariamente sepolto. Intorno al tempietto è stata istituita una Zona Dantesca di rispetto e di silenzio. Bellissima l’anfora sul soffitto, che arde perennemente. Una lampada votiva settecentesca, alimentata da olio d’oliva dei colli toscani, che è donato da Firenze ogni anno il 14 settembre (anniversario della morte del poeta). Insomma Firenze veglia e riscalda il suo Dante.

S’è mangiato benissimo. In bellissimi ristoranti. Ma io ho una passione per lo street food di qualità. E a pranzo, ho adorato un locale frequentatissimo non solo da turisti, ma dai ravennati stessi. Qui, pasta fresca a gogò.

Pasta fresca da Cupido - Ravenna

Pasta fresca da Cupido – Ravenna

“Da Cupido” un’istituzione per piadine, crescioni, pasta fresca in genere, consigliatissimo anche per un pranzo veloce, romagnolo e appagante. Volendo, anche un bel bicchiere di vino, che non guasta mai

Crescione, golosità romagnola da farcire in mille modi

Crescione, golosità romagnola da farcire in mille modi

Tortellini, cappelletti e ragù,  hanno completato il quadro. Perfetto.

Galla Placidia, Teodoro, Giustiniano, Onorio, sembrano i giganti che si aggirano per la città di Ravenna illustrandone le meraviglie. Dante, nel suo lucco, sembra la figura dell’ospite che ha trovato serenità. Anche se il suo cuore, probabilmente, è sempre rimasto a Firenze, amante adultera.

Questo mi è sembrata Ravenna. Tanto devo ancora vedere, e ho una tremenda voglia di tornarci presto.

Adele Messina

“Info Ufficio Turistico di Ravenna”

 

 

 

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